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“Monarchia giovane”. Belgio: ecco chi è l’erede… un po’ italiano

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filippo_belgiodi Franco Ceccarelli

Anche in Belgio la Monarchia si rinnova. Il Re Alberto II, alla vigilia dei suoi ottanta anni, dopo quasi venti di regno, ha annunciato l’abdicazione al Trono in favore del figlio primogenito Filippo, duca del Brabante. Classe 1960, il nuovo Re è stato sin dalla nascita formato per questo ruolo, non avendo avuto figli l’amatissimo Re Baldovino, mancato nel 1993.

Non è un caso che Re Alberto II abbia scelto quale data di abdicazione il 21 luglio, giorno in cui il Paese festeggia l’anniversario dell’incoronazione del primo Sovrano belga, Leopoldo I, avvenuta nel lontano 1831.

In una Nazione divisa rigidamente tra fiamminghi e valloni, il Re, pur avendo funzioni costituzionalmente poco più che protocollari, svolge un ruolo morale di assoluta rilevanza essendo considerato “l’unico vero cittadino belga”.

Dal giugno del 2010, tuttavia, Alberto II ha avuto anche un ruolo politico tanto delicato quanto importante: guidare un Paese per oltre due anni senza governo. I partiti francofoni e quelli fiamminghi, infatti, non si accordavano sulla ripartizione dei rispettivi ruoli e, di conseguenza, il Sovrano ed un gruppo di funzionari hanno dovuto  far marciare la macchina dello Stato. A detta di molti belgi, lo hanno saputo fare meglio dei politici eletti democraticamente.

Al cinquantatreenne Principe Filippo, dunque, il compito di guidare il Paese, dopo aver svolto per diversi anni la funzione di “ambasciatore” del Belgio nel mondo. Il futuro Re è per metà italiano (la madre, Regina Paola, è nata a Ruffo di Calabria) ed è sposato con la Principessa Mathilde d’Udekem d’Acoz, che, oltre ad avergli dato quattro figli (due maschi e due femmine) sarà, in assoluto, la prima Regina di nascita belga a sedere sul Trono.

Ecco dunque che dopo l’Olanda, anche un altro piccolo Regno si rinnova nel proprio vertice istituzionale. I belgi auspicano di poter contare, ci auguriamo per molti anni a venire, su un uomo che sia simbolo vivente di unità e garante della democrazia parlamentare. Un garante di cui non solo il Belgio, in Europa, avverte un grande bisogno.


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